In questi giorni in Israele si registra un significativo aumento dei nuovi casi tanto da preoccupare il ministro della sanità locale. Al 7 giugno i casi registrati erano 5031. Numeri che da noi farebbero ridere, ma che da loro sono bastati per allarmare le autorità al punto da pensare di riesumare quarantena e una nuova dose di vaccino. La quinta.
Un passo indietro che fa riflettere e appare insensato anche alla luce dei recenti dati sugli effetti avversi di questi farmaci. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports da Christopher Sun e Retsef Levi del Massachusetts Institute of Technology e da Eli Jafe del Servizio di medicina di emergenza di Israele a Tel Aviv, rileva un’evidente corrispondenza tra l’inoculazione dei vaccini e l’aumento di problemi cardiovascolari nella fascia tra i 26 e i 39 anni.
Circa il 25% di questi soggetti avrebbero sviluppato miocarditi e altre complicanze. Per quale motivo, nonostante le numerose evidenze scientifiche, si torna a fare affidamento su questi pericolosi farmaci?