Lista di proscrizione del Corriere. Cosa non torna.

Qualche giorno fa il Corriere della Sera aveva sbattuto in prima pagina le foto di alcuni intellettuali, influencer e giornalisti bollandoli come “filo putiniani”. La lista sarebbe stata il frutto di un report commissionato addirittura dal Copasir che successivamente ha negato.

Oggi però viene desecretato il famoso report ma invece di dipanare le ombre, ne mette altre ancora più inquietanti. Analizzando il report, salta subito all’occhio che le osservazioni in questione sembrano il frutto del ragionamento di un utente social medio piuttosto che dell’accurata indagine dei nostri organi di sicurezza.

Sette pagine delle più banali puttanate già sentite per screditare l’area del dissenso. Se c’è stato bisogno di un lavoro di intelligence per scrivere quelle ovvietà, allora non solo i nostri servizi vengono utilizzati in maniera illecita, ma fanno un lavoro che definire imbarazzante sarebbe riduttivo.

Cosa c’era in questo report di così importante da renderlo segreto? La logica vuole che se c’è stato bisogno di desecretarlo vuol dire che prima non era destinato ad essere di dominio pubblico, o no?

Leggendo attentamente il report, possiamo vedere che la maggior parte dei nomi esposti alla gogna mediatica dal Corriere non c’è! Dov’è il nome di Orsini? e quello del parlamentare Petrocelli? É lo stesso che le giornaliste hanno visionato per fare l’articolo?

Il sospetto è che questo report in realtà sia una grossolana pezza visto il polverone mediatico che ha scatenato. Un documento magari creato ad arte per silenziare le polemiche.

Adesso la domanda sorge spontanea…CUI PRODEST?

Giuseppe Ferrara

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